Le elezioni regionali in Puglia, Campania e Veneto hanno consegnato un risultato apparentemente equilibrato – tre regioni per ciascun blocco politico – ma i segnali che emergono dalle urne raccontano una storia diversa. Fratelli d'Italia mostra crepe nel suo consenso, soprattutto al Sud e in Veneto, dove la Lega ha dominato. Il Partito Democratico esprime rinnovata fiducia dopo le vittorie in Puglia e Campania. Questo scenario ha riacceso il dibattito su una nuova legge elettorale nazionale, già ribattezzata "Melonellum".
In Veneto, Alberto Stefani della Lega ha conquistato la presidenza con il 64,4% dei voti, consentendo al governatore uscente Luca Zaia di passare lo scettro a un esponente del proprio partito. La Lega ha ottenuto il 36% delle preferenze, doppiando Fratelli d'Italia ferma al 18%. Il risultato segna un netto arretramento per il partito della premier Giorgia Meloni, che alle europee era arrivato primo.
In Campania, Roberto Fico ha stravinto con il 60,63% dei voti alla guida di un'ampia coalizione di centrosinistra. Il suo sfidante di centrodestra, Edmondo Cirielli, si è fermato al 35,72%. Il Pd ha ottenuto il 18,41%, mentre il Movimento 5 Stelle ha conquistato il 9,12%.
Puglia al Pd, affluenza ai minimi
Antonio Decaro del Pd ha conquistato la Puglia con il 63,9% delle preferenze, confermando il centrosinistra alla guida della regione per vent'anni consecutivi. Il Pd si è affermato come prima forza politica con il 25,9%, distaccando Fratelli d'Italia di circa otto punti percentuali.
L'affluenza alle urne ha toccato i minimi storici, attestandosi tra il 41% e il 44% degli aventi diritto. In Veneto, il calo è stato di 16,5 punti percentuali rispetto a cinque anni fa.
La proposta del "Melonellum"
Di fronte ai segnali di difficoltà emersi dal voto, Fratelli d'Italia ha rilanciato il dibattito su una riforma della legge elettorale nazionale. Giovanni Donzelli ha dichiarato al Corriere della Sera: «quello delle regioni è il modello migliore». La proposta, soprannominata "Melonellum", prevede l'assegnazione del 55% dei seggi alla coalizione che ottiene il 40% dei voti. Resta ancora aperta la questione del nome del premier sulla scheda elettorale, desiderato dalla presidente del Consiglio ma osteggiato dagli alleati.
Elly Schlein ha colto i risultati elettorali per rilanciare la sfida al governo. «La partita è apertissima», ha dichiarato ieri la leader del Pd. «L'alternativa c'è», ha aggiunto, posizionandosi come sfidante di Giorgia Meloni.
Giuseppe Conte mantiene una posizione indipendente, rivendicando i risultati del suo movimento in Campania e Puglia. L'atmosfera nel centrosinistra appare più serena, ma permangono divisioni profonde su temi cruciali, in particolare sulla politica estera e sulla posizione rispetto all'Ucraina.
Nota: Questo articolo è stato creato con l'Intelligenza Artificiale (IA).

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